venerdì 6 dicembre 2013

Parenti serpenti, docenti fetenti

Giorno di colloquio con i genitori. 
Non è mai indolore. 

Introduzione 

Li conosci da un paio di mesi: hanno ascoltato in silenzio le tue spiegazioni (o forse avevano su le cuffiette dell’ipod); hanno risposto alle tue domande, più che altro a gesti, e tu ti sei fatta un’idea di quello che hanno imparato. Sai che quella che siede dietro al banco è solo la punta dell’iceberg. 
Poi arriva il momento del colloquio con i genitori, e lì ti chiedi se troverai la risposta ai tanti perché: perché sono fragili, perché sono forti, perché sono coriacei, perché sono insicuri, perché non parlano, perché parlano troppo. Sai che non sei lì solo per cercare risposte, ma anche per darne. I genitori conoscono i loro figli, ma non i tuoi alunni. 
L’alunno, se va bene, conosce le risposte alle tue domande. E le tue domande, sfortunatamente, non sono mai quelle giuste. 

Sono le due, il colloquio inizia fra un’ora; ma dietro la porta della tua aula si snoda una fila di gente accampata che neanche all’ingresso degli Apple Store quando esce il nuovo iphone. 
C’è chi pranza, chi ha chiesto rinforzi anche ai parenti acquisiti per fare la fila scaglionati dietro le porte di tutti i docenti della classe; c’è chi fa chiacchiera mondana per ostentare il proprio miracoloso bambin gesù, chi è in impermeabile, cappello e occhiali per non farsi riconoscere (“Ma quella non è la mamma di Marco, quello che ha staccato il termosifone dal muro?” “No, è la mamma di Kevin, quello che ha dato fuoco al ripostiglio delle cartine geografiche”). 
Si chiacchiera per passare il tempo, per scambiare opinioni, anche se tutti sono d’accordo che quella professoressa è una stronza, quel professore puzza, quell’altro è un comunista.

Arrivi col tuo registro, la tanica d’acqua anti gola secca e il sorriso rassicurante di un impiegato di Equitalia.
Prego, si comincia. 

Random 

- Sono la mamma di Marta, prima D. 
- Prima D? Non ho nessuna Marta in prima D. Forse in seconda C? 
- Ah, è già in seconda? Però, come vola il tempo! Ma allora chi c’è in prima D? 
- Non saprei. 
- Dev’esserci Alice. O forse Chiara. Mi scusi, sa, ho cinque figlie. 
- Comunque, ora che ci penso, io non ho nessuna Marta nelle mie classi. 
- Non è l’Istituto Tecnico, questo? 
- No, signora, è il Liceo Scientifico. 

Il ghost writer 

- Professoressa, cosa le è sembrato del tema sull’amicizia che aveva assegnato per casa? Ha corretto quello di Matteo? 
- Mah, non era male; forse ha usato troppe coppie di aggettivi... 
- Ah, troppi aggettivi. 
- Sì. 
- Però erano dei begli aggettivi, no? 
- Sì, ma erano troppi. 
- Dice che ne dovrei usare di meno? 
- Lei non so; l’autore del tema sicuramente sì. 
- Però era ben scritto. 
- Abbastanza.
- Perché lo stile è importante. 
- Certo. Anche la punteggiatura. 
- Cosa non andava nella punteggiatura? 
- Non c’era. 
- Ma il contenuto andava bene?
- Un po’ scontato... 
- E che voto gli ha dato? 
- Sei meno.

Il genitore si allontana mesto, le spalle curve sotto il peso di un sogno spezzato. 


Il centometrista 

Il papà di Giovanni ha fatto un’ora di fila; l’ha fatta per entrare in aula, stringermi la mano, presentarsi, chiedere “come va mio figlio”?, farmi rispondere “bene”, non darmi il tempo di aggiungere “ma”, salutarmi e andar via. Non si è nemmeno seduto. Ma forse non è nemmeno mai entrato. Forse l’ho solo immaginato. 

La fede incrollabile 

- Mio figlio Mirko non ha bisogno di uno psicologo. E’ solo un po’ troppo sensibile. 
- Signora, Mirko ha problemi di autocontrollo. Deve imparare a gestire lo stress. 
- E’ solo un po’ esuberante, vorrei vedere lei seduta immobile per ore, come gestisce lo stress.
- L’ho interrogato sul piuccheperfetto congiuntivo, mi ha risposto “cazzo, non lo so”; io ho esclamato: “Mirko!”, lui ha detto: “sono un coglione!”. Capirà che così non va per niente bene. 
- Lo so; ha sempre avuto poca autostima. 


Concorso in eccesso di metodi correttivi 

- Come va mia figlia Monica? 
- Male; le ho messo tre, ma solo perché sono un’inguaribile ottimista; ha fatto scena muta, nel senso che anche per dire “no, non lo so”, scuoteva la testa. 
- Ma almeno in classe si comporta bene, è educata? 
- Anche troppo; di solito dorme. 
- Ho capito. Così non va, dobbiamo intervenire.
- Bene! Essere consapevoli del problema è un primo passo verso la soluzione. Ne parli con Monica.
- Parlare? Lei non ha capito, professoressa: io stasera, quando torno a casa, prima le dò una bella fraccata di legnate, poi la chiudo in camera sua e sotterro la chiave. Se non basta, ci pensa suo padre a convincerla. Una bella cinghiata e vedrà come andrà bene a scuola poi! 
- ... 
- ... 
- Comunque, signora, quel tre, non è che sia proprio un tre. E’ più un cinque meno meno, diciamo.


La mamma tuttofare

- Professoressa, io non capisco come mai mio figlio a casa faccia tutti i compiti giusti, e poi nelle verifiche mi prende sempre l'insufficienza.
- Perché i compiti glieli fa lei, signora. 
- Questa è una calunnia. Io non gli faccio i compiti. Io controllo soltanto che non faccia errori di distrazione. Sa, è tanto distratto.
- Il paradigma di "volo"?
- Volo, vis, volui, velle.
- L'anno del primo triumvirato?
- 60 a. C.
- "Parcere subiectis..."
- "...et debellare superbos"!
- ...
- ...
- Signora, lei ha studiato. Otto più. 
- ...
- Ora però, mi faccia la cortesia, lasci studiare anche suo figlio. 


***

Se volete sapere invece cosa ne pensano i genitori di quel caravanserraglio che è il corpo docente, leggete qui


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5 commenti:

  1. Esilarante!
    Io rientro nella categoria di quei genitori (se ce ne sono altri così!!) che nonostante si sentano dire "tutto bene" sono loro a dire "ma potrebbe fare di più, potrebbe approfondire, perfezionare.."
    Comunque è vero che tra i genitori della classe di L. non c'è nessuno che mi ispiri equilibrio (più o meno lo stesso effetto che devo fare io a loro insomma!) :)

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    1. Ma cara Grazia, io di genitori come te non ne ho mai incontrati!

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    2. Davvero? Mi devo preoccupare sul serio!!
      Perchè in effetti conosco molti genitori (e parliamo di parentame, quindi sangue del nostro sangue, non una pizza e via!) dalla "fede incrollabile" e molti anche della serie "Ghost writers/Tuttofare". Invece proprio durante i colloqui ho conosciuto due padri centometristi perchè si sono descritti, da soli, esattamente così ovviamente per ribadire che le mamme sono lunghe e troppo "curiose"!
      Speravo che qualche esemplare "chiedetegli di fare di più" esistesse!! :)

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  2. io avro' i colloqui mercoledi'.....e vi farò sapere. Oggi , però sono iniziate le visite al preside da parte di quei genitori i cui figli sono "trattati male"...............o meglio forse sono solo convinti di cio'. orni

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