martedì 18 ottobre 2016

Corpo a corpo



Come funzionano i corpi delle mamme?
Per contatto e passaggio di energia.
“Mamma, mi metto vicino a te, così ti passa la rabbia”, mi dice, sicura di sé, la piccoletta quattrenne, quando ho un diavolo per capello bianco. Si accuccia al mio fianco, sta due minuti ferma e concentrata e poi mi scruta, per vedere se il rimedio ha fatto effetto. Poi mi chiede: “Adesso ti è passata la rabbia?”. E se ne va a picchiare la sorella o a farsi pettinare i capelli dal gatto.

La seconda, invece, quella di quasi otto anni, l’algida bionda dallo sguardo di ferro e ghiaccio, in genere se ne sta alla larga da me tutto il giorno, perché è bella e sa cavarsela da sola (ho concepito quest’equazione spericolata tra bellezza e autonomia: la vita, probabilmente, mi smentirà; ma più avanti). La sera, però, aspetta che io sia sotto le coperte e, col pigiama a rovescio, viene a stendersi accanto a me e si fa coccolare; con gli occhi chiusi, il broncio voluttuoso, sospira e mi dice: “Ahhh, è così bello abbracciarti!”.

E tutte e tre mi toccano, mi lisciano, si acciambellano su di me, mi scrutano, mi infilano le mani sotto il reggiseno, mi danno i baci umidi, mi leccano il collo; si lasciano guarire con l’imposizione delle mani, un mio bacio fa passare la bua come il tocco dei re taumaturghi la scrofola; soffio su cicatrici e le faccio scomparire, tocco fronti bollenti e traduco la febbre in gradi centigradi, meglio di un termometro elettronico; con la mia saliva riesco a cancellare lunghe scie  di pennarello indelebile su guance e cosciotti; un giro di dita e il moccio scompare, le caccole degli occhi vengono grattate via, e "Mamma mi pulisci il culetto?" (l'uso corretto della carta igienica viene appreso, pare, solo dopo quello del telecomando di Sky).

Il mio corpo di madre si è fatto barca e navicella spaziale, pulmino di scuola e taxi a chiamata; si è aperto per fare spazio a questi tre polloni che mi sono spuntati; si è gonfiato, slabbrato e lacerato e poi si è afflosciato richiudendosi come il tendone di un circo quando lo spettacolo è finito. Le ha nutrite di cellule e plasma e poi si è messo a secernere latte. Sono stata munta, sprimacciata, sfogliata come un libro, calpestata a dovere e pure presa a testate (a volte per sbaglio). Sono stata il loro materasso ad acqua, il loro cavalluccio a dondolo, il filo della ragnatela a cui si dondolava un elefante, due elefanti, tanti elefanti e adesso ti prego, dormi!
Il mio corpo di madre è stato fatto a brani e i pezzi sparsi sulle loro fisionomie: le labbra a una, il dito mignolo del piede a un’altra, i neuroni alla terza. Hanno scelto solo qualche scampolo per formare i lineamenti: il resto, per compensare lo scialo e lo scempio che hanno fatto del mio corpo, lo hanno preso dal padre.

Tutte e tre, quando hanno avuto freddo, si sono strette a me e mi hanno chiesto, con la meraviglia e la collera che i misteri suscitano in ognuno di noi: “Perché le mamme sono calde?”.
Io, bimbe mie, non lo so perché le mamme sono calde. Perché l’amore brucia? Perché le mamme sono stufe, a volte, ma nessuno verrà a dare loro il cambio, neanche quando hanno finito la legna?
Certo, si può amare col cuore e con la mente, ma per crescere dei figli ci vuole un corpo caldo e il motto di Daenerys Madre dei Draghi sulle labbra: se mi guardo indietro, sono perduta.
Non basta l'anagrafe, non basta un utero. Bisogna scaldarli giorno dopo giorno. Così funzionano le mamme. Calore e contatto.

3 commenti:

  1. Che meraviglia,Ariane! È proprio così:fatte a brani,divorate e a volte anche sputate via (vedrai...vedrai...),ma saremo sempre il caldo abbraccio a cui tornare

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