martedì 19 novembre 2013

Un'amica

Appartengo a quella disgraziata categoria di persone che non riescono a tenere i rapporti a distanza; io gli amici li chiamo solo quando ho qualcosa da chiedere o da raccontare; le telefonate periodiche tanto per sapere come va, bene grazie e tu? quelle proprio non riesco a farle: sollevare la cornetta del telefono diventa un’impresa da Argonauti. 
Per questo mio difetto, negli anni, sono stata depennata, come amica, dalle liste di un sacco di gente: mi hanno tenuta solo i vastasi come me, quelli che non hanno bisogno di rinfrescare ogni tanto il rapporto come si fa con la pasta madre. 

Una di quelle rare amiche, pigre come me, che mai ha pronunciato le fatidiche parole (“Non ti fai mai sentire”), non la chiamo da un pezzo. Oggi è il suo compleanno. Un compleanno speciale, uno di quelli che non si compiono ogni anno, bensì ogni dieci. Non ho bisogno di telefonarle o di sentirla per sapere che io e lei siamo ancora in sintonia, come quando condividevamo i banchi di scuola. Faccio lunghe chiacchierate con lei, mentre soffriggo la cipolla o cambio un pannolino; lei però non lo sa. E’ rimasta uguale, la mia amica: magra e flessuosa come a diciotto anni, il viso tondo come una mela e, in mezzo a quel viso, l’unico nasino all’insù non odioso in cui io mi sia imbattuta; e poi quegli occhi azzurro-lago d’estate, ombreggiati dal più stupefacente paio di ciglia ricurve, folte e marroni, che la Sicilia Orientale ricordi. E la sua naturale eleganza, di quelle che non ti regala nessuno, se non Madre Natura. Una normanna di gran classe tra grossolani tipi mediterranei; una ragazza speciale, insomma. Che però non aveva capito di essere speciale. 

Gli anni passano per tutti, anche per le esili ninfe. Ma mi basta chiudere gli occhi e quella ninfa, che oggi compie quarant’anni, mi appare ancora con la sua figura aggraziata, in costume e pareo, che mi aspetta sul molo di Vulcano, coi lunghi capelli color sabbia carezzati dal vento, come nella migliore tradizione delle apparizioni di ninfe sui moli. Generosa come sempre, quella volta mi offriva ospitalità per una notte, unica tappa a Vulcano della mia peregrinazione per le Isole Eolie, mentre inseguivo qualcuno che, fortunatamente, non si è fatto acchiappare. 

Quel pomeriggio, a Vulcano, ci siamo raccontate gli ultimi passi falsi compiuti in amore e nella vita, le occasioni mancate per paura, quelle sprecate per aver preso male la mira; gli errori di calcolo o di prospettiva, le ambizioni sbagliate, gli sbagli evitati per un pelo, quello che avremmo voluto e quello che non sapevamo di volere. 
In quel pomeriggio c’era la giovinezza, la mia e la sua, e io ero felice di essere sua amica. 

Lo sono ancora, anche se è passato tanto tempo dall’ultima volta che ci siamo sentite. 

7 commenti:

  1. Bello! Chi non desidererebbe un "buon compleanno!" detto così!
    Cmq anche io non chiamo mai tanto per chiamare.
    E sì che di amiche distanti ne ho! Fortunatamente siamo tutte della stessa pasta e quindi siamo in felice non contatto da anni!! (ovvero, quando poi ci sentiamo è festa come sempre!) :)

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    1. Sì, capisco cosa vuoi dire: con Luisa era proprio così: mesi di silenzio e poi festa come sempre. Era un'amica preziosa anche per questo. La mia Lu.

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    2. era? Lo è e sarà... dopo questo post poi, ancora di più! :)

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    3. Questo post non lo leggerà, purtroppo. Se n'è andata sette anni fa, e questo non sta bene per una ninfa, perché le ninfe dovrebbero essere immortali. Ma io le perdono anche questo. Il post l'ho scritto per me, per chi la conosceva e per chi, come te, l'ha conosciuta un po' tramite le mie parole.

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    4. Ariane, perdonami, non avevo compreso.
      L'hai descritta e resa nella sua piena vitalità e non ho immaginato lontanamente.
      Ci penso spesso ultimemente a come mi ricorderebbero i miei cari e gli amici e spero sempre che mi ricordino viva e vivace, che serbano la parte migliore di me nonostante ci sia anche quella peggiore, ovviamente.
      E siccome penso che i pensieri belli arrivino anche al di là del misterioso muro della morte, Luisa non potrà che provare un benessere, oggi, con le tue parole.

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    5. Tranquilla Grazia, mi ha dato gioia che tu mi parlassi di lei come se fosse viva: mi hai regalato un sorriso :-). E poi ero stata volutamente ambigua, non eri tenuta a capire...
      Grazie

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  2. Capisco quello che vuoi dire. Ci sono rapporti che vanno al di là del tempo e dello spazio e che non hanno bisogno di telefonate, di incontri e di regali. Io l'ho vissuto e lo vivo. Ed è bellissimo.

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